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Il Palazzo D'Avalos

La fortificazione di Palazzo D'Avalos Una visita al Palazzo d'Avalos non può assolutamente mancare tra le cose da fare a Procida.
Tra le prime strutture che si vedono arrivando sull'isola flegrea a bordo del traghetto da Napoli, ha l'aspetto di una fortezza inespugnabile ma da qualche anno si può entrare facilmente, grazie al lavoro di un gruppo di ragazzi volenterosi del posto, addirittura passando per la porta principale.

L'edificio fu costruito nel 1563 insieme alle mura di fortificazione dalla famiglia D'Avalos, governatori dell'isola dal 1529 al 1734, su progetto architetti Cavagna e Tortelli e per volere del Cardinale Innico d'Avalos (1536-1600).
Il cardinale con la costruzione del suo Palazzo fece realizzare l'attuale accesso a Terra Murata il cui borgo era accessibile all'epoca solo dalla spiaggia dell'Asino dopo Punta Lingua e grazie a questo collegamento si ebbe lo sviluppo urbano dell'isola con la nascita dell'insediamento del borgo della Corricella, la realizzazione del Convento di Santa Margherita Nuova e l'attuale architettura dell'abbazia di San Michele.

Il cortile del Palazzo D'Avalos

Il Palazzo Signorile fu confiscato dal 1734 dai regnanti borbonici che istituiscono a Procida il primo sito Reale di caccia divenendo sia per Carlo III ma in particolare per Ferdinando IV residenza reale per la caccia. A tal proposito il Re Carlo III proibì agli isolani di avere cani e gatti perché gli animali, da cacciatori qual sono, avrebbero cacciato la selvaggina dell'isola minacciando le popolazioni di lepri e fagiani che abbondavano nelle incolte campagne procidane.
L'isola divenne un luogo ambìto da nobili e cortigiani: oltre alla 'Real Caccetta' della Terra Murata, furono impiantate altre residenze per l'attività venatoria (da segnalare Villa Lavina, già Figoli, a Pizzaco, e il vicino palazzo Guarracino). Dalla seconda metà del XVIII secolo il palazzo – in posizione dominante sulla Terra e punto di riferimento di tutta la costa procidana – fu collegato, attraverso un percorso a rampe, alla sottostante spiaggia della Lingua.

La spiaggia dell'asino dalle stanze del carcere Il complesso monumentale nel 1815 venne trasformato in scuola militare e poi nel 1830 in carcere del Regno con successivi ampliamenti che vennero realizzati dal 1840 per la nuova funzione di bagno penale. Con l'Unità d'Italia divenne infine carcere di massima sicurezza dello Stato italiano e dopo il secondo dopoguerra, con la caduta della repubblica di Salò, dal '45 al '50, vale a dire fino all'indulto Togliatti, furono rinchiusi tutti i principali capi della "nomenclatura fascista", da Graziani, a Teruzzi, al principe Junio Valerio Borghese.
Il carcere di Procida comprendeva anche un opificio, voluto dai gesuiti, per la lavorazione della canapa da parte dei detenuti e negli ultimi anni il regime carcerario si era di gran lunga ammorbidito; nel tenimento agricolo, detto La Spianata, di circa 18.000 mq i carcerati coltivavano ortaggi che poi vendevano ai procidani nel piazzale esterno antistante il penitenziario.

Una delle camerate del carcere La riforma carceraria del 1975 impose la chiusura di alcuni istituti di pena, tra cui il carcere di Procida. Nel 1978 venne chiuso il carcere vecchio (Palazzo d'Avalos) e nel 1988 definitivamente abbandonato anche il carcere nuovo. Abbandonato è il termine giusto; il carcere fu, per anni, lasciato completamente al suo destino; nell'ex carcere tutto è ancora lì, tra le celle e gli androni rinascimentali, consunto e fermato dal tempo: le vecchie divise, le scarpe sul pavimento polveroso e poi le brande arrugginite, le balle di cotone un tempo lavorate nell'opificio, e finanche il lettino per gli interventi ambulatoriali. Tutto giace uguale a se stesso, ma in fondo no, sotto la bellezza mai davvero decaduta di ampie volte e capitelli.
Nel 2013, finalmente l'edificio e gli spazi adiacenti furono acquistati dal comune, che cominciò i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza. Una cooperativa di volontari dell'Associazione Palazzo D'Avalos gestisce le visite guidate ed organizza nel periodo estivo eventi teatrali nelle sale del "carcere signorile".

Dal 2018, nel periodo estivo, l'Associazione organizza visite mattutine al Palazzo. L'appuntamento è prima dell'alba e dopo una breve visita gli edifici si sale sulla terrazza del Palazzo, da cui si può ammirare l'alba nel silenzio dell'isola che ancora dorme, con lo sguardo che segue le piccole imbarcazioni che pescano nel golfo di Napoli, con l'imponente Vesuvio sullo sfondo.
La vista può spaziare quasi a 360 gradi, dalla cima del Monte Epomeo di Ischia al lontano Circeo, seguendo tutta la costa campana fino a Capo Miseno e successivamente sul Golfo di Napoli che si chiude col Vesuvio e quindi la penisola Sorrentina, fino alla inconfondibile sagoma dell'Isola di Capri.
La sensazione data dal sole che sorge dietro il Vesuvio e che pian piano tinge di arancio tutto il golfo è impagabile e da sola vale il prezzo del biglietto.

Comune di Procida
www.comune.procida.na.it
Via Libertà 12
tel. 081 810 9259

Associazione Palazzo D'Avalos
http://vivereprocida.it/palazzo-davalos/
https://www.facebook.com/davalosprocida/
Via Salita Castello, Procida
tel. 333 351 0701




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