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Artigianato procidano

L'identità, la storia e le tradizioni procidane sono conservate orgogliosamente nei prodotti dell'artigianato tipico dell'isola.
Per secoli l'attività che distingue l'artigianato procidano è soprattutto quella tessile, praticata come un tempo esclusivamente dalle donne. In tutte le raffigurazioni la donna procidana è rappresentata col costume della Graziella di Lamartine, con la sua origine orientale, i suoi ricami in oro d'arte islamica unici al mondo. Ancora oggi alcune artigiane procidane realizzano un nuovo prototipo del costume procidano dimostrando che è possibile confezionare capi nuovi identici agli originali settecenteschi.

"Una pezzuola di seta screziata di vari colori le stringe la fronte e le cade rovescia dietro il capo, le contiene il seno un giubetto con fregi d'oro da cui scende la gonnella di seta cremisino con una larga fascia di velluto nero al lembo, il grembiule con arte quasi sprezzata le rileva il fianco colmo e grazioso e infilzata alle braccia cade giu dietro le spalle impicciolendosi nei fianchi fino al lembo della veste la camiciola di seta con gheroni d'oro..." [Beppe Barra]

In estate l'isola di Procida rende omaggio, durante la Sagra Del Mare, alla figura dell'eroina del romanzo di Alphonse de Lamartine con l'elezione della Graziella, la più bella ragazza procidana che ricalchi i tratti del viso e della fisicità isolana.

Ma l'artigianato procidano non è solo tessile. Nei secoli l'Isola di Procida è stata famosa nel mondo per i suoi cantieri navali, e i marinai procidani erano richiestissimi in tutto il mondo. Fino ai primi del '900 erano centinaia i vascelli che ormeggiavano nel porto di Procida. Ormai, nell'epoca del lavoro automatizzato, fatto dai robot, e dei posti di lavoro che scompaiono, anche questo tipo di lavoro è scemato a Procida, ma alla Corricella c'è ancora una famiglia di maestri d'ascia: quelli che fanno le barche, di legno, per i pescatori. La famiglia Di Candia ormai non fabbrica più nuove barche, ma ripara le barche dei pescatori, le cianciole, i gozzi in legno dalla classica forma a guscio di noce che vanno dai 12 ai 20 piedi di lunghezza.

C'è un tipo di artigianato che sta prendendo piede negli ultimi anni, complice anche il tanto tempo libero che fornisce la vita per niente frenetica dell'Isola di Procida. È l'artigianato del bello, l'artigianato turistico. Da un lato abbiamo tante giovani artigiane che sperimentano la creazione di gioielli e bigiotteria con materiali classici o innovativi, dall'altro assistiamo ad un ritrovato amore per la ceramica, e abbandonata l'oggettistica di lavoro come ciotole e caraffe si dedica con nuovo vigore all'industria del souvenir.
A questa categoria appartiene Mario Salvemini, un procidano doc, che da una ventina di anni si è inventato un mestiere frutto del suo amore per l'architettura e le tradizioni procidane: la riproduzione stilizzata delle più caratteristiche case di Procida, con i loro colori pastello e le loro arcate tipiche.

Negli anni abbiamo collezionato un gran numero di "Casette di Procida" che durante il Natale utilizziamo per abbellire e dare una bellissima nota di colore al nostro Presepe.





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